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Mercati finanziari inquieti per gli effetti provocati dal coronavirus: oro e palladio alle stelle, si confermano beni di rifugio.

Oro oltre i 1.600 dollari l’oncia e palladio ad un tiro di schioppo dei 2.600 dollari l’oncia. I mercati finanziati sono irrequieti a causa dell’epidemia mondiale di coronavirus. Se investire in metallo giallo non è una novità, sorprende l’impennata del palladio, metallo usato sopratutto dall’industria automobilistica per la realizzazione di marmitte catalitiche. La strategia adottata dai mercati è dunque di ampliare la scelta dei beni rifugio a cui ancorarsi per superare la mareggiata.

Oro ai massimi da sette anni

La paura fa 90, oppure, fa innalzare il prezzo dell’oro. Lo spettro del coronavirus aleggia sui mercati internazionali. Gli investitori si rifugiano nell’oro ritenuto, come sempre, un valido alleato per superare le crisi come quella che ha colpito l’economia cinese. Il paese del dragone vive infatti un momento difficile: fabbriche chiuse ed esportazioni bloccate creano contraccolpi in tutto il mondo. In questi casi, spostare enormi capitali su beni rifugio come oro e palladio ha come conseguenza l’aumento del prezzo dei metalli.

Mercati a rischio stagnazione

I mercati mondiali sono a rischio stagnazione. La Apple, ad esempio, ha stimato al ribasso le previsioni sui ricavi per i primi tre mesi di quest’anno, con impatto non solo sull’iPhone, ma anche su due nuovi prodotti attesi a breve: l’iPad Pro versione 2020 e gli auricolari AirPods Pro Lite. Questo, dimostra come l’epidemia di coronavirus non sia un caso circoscritto esclusivamente alla Cina. I mercati azionari sono legati tra loro da un filo invisibile, pronti a cadere come in un gigantesco domino. Il rischio pandemia è solo l’ultima emergenza che, dallo scorso anno, funesta i mercati. Il rally del prezzo dell’oro – dobbiamo ricordarlo – ha iniziato la sua fasce ascendente a causa della guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina, la Brexit, le tensioni tra Iran e Stati Uniti.