Il mercato moderno dell’oro nasce agli inizi degli anni ’70 del ‘900 con la fine degli accordi di Bretton Woods e del rapporto di parità fra dollaro e lingotto
Negli anni ’70 la domanda di oro cominciò stabilmente a eccedere l’offerta. La conseguenza fu che le banche centrali misero in campo numerosi interventi a sostengo del dollaro con funzione di calmiere del prezzo. Il Sudafrica, primo produttore mondiale dell’epoca, spinse per una liberalizzazione del mercato dell’oro, trovando il sostegno della Francia. Gli Stati Uniti, invece, per evitare la svalutazione del dollaro, cercarono assieme a Gran Bretagna e Germania di mantenere stabile l’accordo di Bretton Woods. L’esito fu negativo e nel 1971 Nixon decise di sopprimere la convertibilità del dollaro facendo, di fatto, tramontare gli accordi sanciti nel 1944.
La domanda per gioielleria
Nel mercato dell’oro la domanda per oreficeria è predominante. Sul finire degli anni ’90 del ‘900 rappresentava più del 70% del fabbisogno mondiale di oro. Le ragioni di questo successo sono da ricercare nella liberalizzazione del settore in India e nella crescita conseguente della richiesta di prodotti orafi da indossare. Con il nuovo millennio, il mercato dell’oro ha iniziato un lento ma costante decremento della quantità consumata dal settore orafo. Dal 2006 in poi, la domanda aurea ha registrato il 40% rispetto al 2000. La crisi economica internazionale del triennio 2009-2012 ha pesato notevolmente sul mercato dei prodotti orafi. Nel 2013, con il boom di domanda per gioielleria registrato in Cina e India, la domanda di oro è tornata a crescere.
Da quali paesi proviene la domanda per gioielleria
Nel primo decennio del nuovo millennio è notevolmente mutata la provenienza della domanda internazionale di oro per gioielleria. Dal 2013, il mercato dell’oro asiatico ha registrato un incremento preponderante: i tre quarti della domanda complessiva mondiale per oreficeria proveniva proprio dall’Asia. Cina e India guidano ancor oggi la richiesta complessiva del settore. Gli analisti sostengono che questi due paesi e l’Indonesia sono mercati con un potenziale di sviluppo ancora forte. Questo sia perché la metà della popolazione mondiale è concentrata in quell’area, sia perché gli abitanti sono tradizionalmente legati all’oro. Nel 2016, il Bangladesh ha superato Italia e Canada nella domanda per gioielleria. Il mercato europeo ha registrato un calo molto netto, dovuto sia alla crisi economica sia al fatto che il regalo tecnologico ha sostituito quello in oro.
India e oro, legame antico
In India sono ben 21 le parole o espressioni usate per indicare l’oro. La tradizione gioca un ruolo predominante nel mercato dell’oro, basti pensare al consumo di metallo giallo nella celebrazione dei matrimoni. Il 13% dell’oro totale estratto nel mondo appartiene ai privati indiani che detengono, complessivamente, un ammontare paragonabile alle riserve auree delle Banche Centrali di USA, Germania, Italia, Francia Svizzera, Cina e Russia.
La produzione di oro nel 2016
Il mercato dell’oro nel 2016 ha registrato un lieve calo sul totale delle estrazioni in Asia e lievi incrementi in Africa e Oceania. La Cina continua comunque a guidare la classifica dei maggiori produttori di oro, seguita dall’Australia. A livello di singoli paesi, il record di crescita in termini percentuali spetta a Guyana, Egitto, Suriname, Repubblica Dominicana.
