Il rischio pandemia di coronavirus spinge i mercati ad investire in oro, dollaro e titoli di stato USA. Il metallo giallo ha raggiunto i 1.686 dollari
Non c’è pace per i mercati azionari. Se nel 2019 gli investimenti hanno risentito delle scaramucce tra gli USA con la Cina (sui dazi doganali) e l’Iran (con l’uccisione di Soleimani), la Brexit e lo spettro di una nuova recessione economica, il 2020 è iniziato con la paura di una pandemia mondiale dovuta ad una nuova forma influenzale: il coronavirus.
Oro su, petrolio giù
I numerosi da COVID-19 registrati in Italia, la Corea del Sud e Iran hanno creato un clima di incertezza sui mercati finanziari. Sopratutto nel nostro Paese dove si prospetta una recessione tecnica. Come spesso accade, gli investitori puntano sui bene rifugio e il prezzo dell’oro ha registrato 1.686 dollari l’oncia: record da gennaio 2013. il petrolio invece ha registrato un brusco calo. il Brent ha perso circa il 3% e un barile è quotato a meno di 57 dollari; il Wti addirittura meno di 52 dollari al barile.
E il palladio?
La scorsa settimana il palladio ha registrato l’ennesimo record: è stato scambiato fino 2.829,75 dollari, in rialzo del 46% quest’anno. Nel 2019 aveva toccato il 54%. Il rally del palladio è dovuto alla scarsità in natura di questo metallo che appartiene alla famiglia del platino; con le nuove norme ambientali europee, le case automobilistiche comprano il metallo per costruire i catalizzatori.
L’economia cinese in stallo
L’economia cinese ha risentito notevolmente delle conseguenze causate dall’infezione di coronavirus. Fabbriche chiuse, esportazioni interrotte a data da destinarsi, mercato automobilistico in picchiata. In questo momento, il gigante asiatico ha i piedi di argilla. La pandemia non è solo virale ma anche psicologica, perciò i mercati affrontano l’incognita spostando le proprie attenzioni sull’oro in attesa di certezze.
