La Legge 7/2000 disciplina la normativa fiscale sull’oro da investimento, chiarendo quando l’investitore deve pagare le tasse
Investire in oro conviene, soprattutto nella fase di acquisto. La normativa italiana, infatti, prevede che non si paghi l’IVA sull’oro da investimento, ovvero, su lingotti e monete con titolo di purezza pari o superiore al 900 millesimi.
Gli operatori professionali in oro
L’oro da investimento può essere acquistato e venduto tramite una società iscritta nell’Albo degli Operatori professionali in oro della Banca d’Italia. Polo Metalli Preziosi, ad esempio, è una società iscritta all’Albo, pertanto può vendere o acquistare oro da investimento, senza che l’investitore paghi l’IVA.
Aspetti fiscali: cosa bisogna dichiarare?
Abbiamo detto che nessuna imposta è dovuta nel momento dell’acquisto di oro o monete da investimento; altresì, non è obbligatorio attestare il possesso dell’oro: l’importante è conservare la fattura di acquisto con l’importo versato, necessaria nel momento in cui si voglia vendere il proprio oro.
Plusvalenza
Fino a quando il vostro oro è chiuso in cassaforte nulla è dovuto allo Stato in termini di imposte. Quando però decidete che è arrivato il momento di disinvestire, il dado è tratto. Le tasse infatti si pagano sulla plusvalenza ovvero sull’importo generato dalla differenza tra il valore di acquisto originale e quello di vendita. Attenzione: la fattura di acquisto è indispensabile per dimostrare il costo originario. Importante: se avete perso la documentazione, per calcolare la plusvalenza dovete far riferimento al Testo Unico per le Imposte sui Redditi (TUIR), che prevede venga calcolata in modo forfettario nella misura del 25% del valore totale della vendita.
